La comunicazione intraspecifica del cane

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La comunicazione, processo alla base di ogni relazione sociale, avviene quando un animale risponde al segnale emesso da un altro animale e modifica di conseguenza il suo comportamento.
Il principale sistema di comunicazione del cane e’ quello olfattivo: il senso dell’olfatto e’ molto sviluppato nel cane che, si puo’ dire, si configuri il mondo sotto forma di “immagini olfattive”.
La comunicazione olfattiva avviene tramite il deposito di odori che permangono per lungo tempo nell’ambiente (feci, urine, secrezioni sacchi anali) e che servono al cane per identificare altri soggetti e per marcare il territorio soprattutto in presenza di odori di altri animali.
La marcatura territoriale con urine viene effettuata sia dal maschio che dalla femmina attraverso la deposizione dei feromoni, vale a dire si sostanze simil-ormonali, in essa presenti.
A volte si osservano i cani raspare con le zampe nel terreno: tale comportamento serve a spargere l’odore e non, come spesso i proprietari pensano, a coprire le feci.
Quando i cani si annusano il posteriore e’ per percepire l’odore, altamente individuale, dei sacchi anali.

La comunicazione acustica e’, invece, abbastanza semplice nel cane: l’abbaio e’ un richiamo che viene espresso, soprattutto dai soggetti giovani, nel gioco, nel saluto, per richiamare l’attenzione o per minaccia e difesa; il guaito e’ un “pianto”, indica malessere o bisogno di aiuto mentre il mugolio indica ansia, frustrazione o ricerca di attenzione; l’ululato e’ un richiamo territoriale, molto marcato nel lupo e nelle razze nordiche soprattutto nella stagione dei calori; il ringhio, infine, indica minaccia in quanto corrisponde alla prima fase del comportamento aggressivo.
La comunicazione acustica nel cane e’ meno importante rispetto ad altri sistemi.
Noi siamo una specie estremamente verbale e tendiamo a parlare molto anche nella comunicazione con i cani per i quali, pero’, le nostre parole rappresentano solo segnali “paraverbali” assumendo importanza il base al tono ed al contesto di emissione.
Per quanto riguarda la visione i cani vedono meglio con luce debole e sono dicromatici, vale a dire vedono nelle gamme del blu e del giallo (verde).
La comunicazione visiva del cane viene convenzionalmente descritta nei termini dei segnali di dominanza e subordinazione emessi dal lupo all’interno del branco.
In realta’ il processo di domesticazione del cane ha portato all’affermarsi, in questa specie, di una serie di caratteristiche infantili nonche’ di estreme modificazioni morfologiche che hanno influenzato le strutture utilizzate nella comunicazione, in particolare il muso, l’area attorno agli occhi, le orecchie e la coda.

Ad ogni modo e’ possibile riconoscere lo stato emotivo dei cani osservandone la mimica facciale e la postura dal corpo: un cane rilassato lascera’ cadere verso il basso orecchie e coda, quando assume una postura di allerta la coda e le orecchie vengono dirette verso l’alto.
Se il cane diventa piu’ aggressivo il pelo sulle spalle e sulla groppa si solleva e le labbra vengono tirate indietro, le orecchie sono portate in avanti e la coda puo’ essere leggermente mossa, con l’aumentare dell’aggressivita’ il cane comincia a ringhiare, mantenendo una postura eretta.
Quando un cane ha paura, ritrae le orecchie all’indietro e porta la coda tra le zampe, se e’ sottomesso assumera’ una postura bassa fino a disporsi sul lato mostrando il ventre, lecchera’ le labbra dell’individuo a cui si sottomette e gli rivolgera’ sguardi brevi e non diretti.

Interpretare il linguaggio del cane utilizzando un rigido schema di posture dominanti e sottomesse nasconde il rischio di non prestare attenzioni alle numerosissime e meravigliose sfumature della comunicazione.
E’ stata suggerita, per esempio, l’esistenza di una serie di segnali (girare la testa o il corpo, leccarsi il naso, immobilizzarsi, sedersi, mettersi a terra, sbadigliare, annusare, compiere una traiettoria semicircolare, scodinzolare, alzare una zampa anteriore ecc)che vengono utilizzati dai cani al fine di evitare conflitti, prevenire interazioni negative, evitare minacce, calmare nervosismi, calmare se stessi e altri individui, dire che si hanno buone intenzioni.
Tali segnali vengono utilizzati dai cani anche nella comunicazione con l’uomo e sono forse alla base di alcuni dei numerosi fraintendimenti comunicativi legati ad una errata interpretazione da parte dell’uomo dei segnali che il cane manifesta.
I proprietari tendono ad interpretare questi segnali come manifestazioni di sottomissione, “il cane sa di aver sbagliato” mentre in realta’ l’animale sta solo cercando di placare l’evidente nervosismo del suo compagno umano.
Molto spesso l’uomo tende ad antropomorfizzare i comportamenti del cane dando loro un significato del tutto errato: “si sente colpevole”, “mi fa i dispetti”, “e’ geloso”, sono solo alcuni esempi di interpretazioni errate dei segnali che il cane ci manifesta.
Gran parte dei problemi comportamentali dei cani e degli episodi di aggressivita’ deriva da un’errata comunicazione cane-proprietario.
Molti proprietari pensano che il loro animale sia “dominante” perche’ gli ringhia quando lo rimproverano mentre, in realta’, Il linguaggio posturale del cane indica che l’animale sta in tutti i modi cercando di evitare un episodio aggressivo.
La maggior parte degli episodi di aggressivita’ non deriva dal tentativo del cane di “controllare” il proprietario ma piuttosto dal tentativo del cane di controllare la situazione, e potrebbero essere evitati se si imparasse ad osservare attentamente e comprendere i segnali che il cane manda, sempre, prima di aggredire.

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