Proprietari di gatti e cani a confronto – L. Pierantoni

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I gatti sono affascinanti!

I cani si affezionano, i gatti si fanno i fatti loro!

I gatti sono più indipendenti, è più facile gestirli!

I cani sì che ti mettono allegria!

Da sempre i sostenitori di cani o gatti discutono tra loro, ricercando argomenti a sostegno del loro animale preferito.

Il cane esce vincente, quanto meno nelle poche ricerche fino ad ora effettuate.

Sembra che vivere con i cani dia maggiore supporto sociale, promuova interazioni positive in famiglia e non solo faccia passare il cattivo umore come accade quando si passa del tempo con il proprio gatto ma addirittura faccia venire il buon umore.

I gatti sono numericamente più presenti nelle nostre case, tanto da superare il numero dei cani in un rapporto di 3 a 1 ma questo non li rende più popolari ed anzi, complici le storie Medioevali e le leggende, l’assenza della clavicola che permette ai gatti di girare la testa fin dietro le spalle, la presenza del tapetum lucidum che rende la superficie oculare riflettente quando illuminata, esiste una diffusa e specifica paura, la Ailurofobia che si manifesta con una paura irrazionale ed eccessiva dei gatti.

Il 15% delle persone sostiene di non amare i gatti mentre solo il 2% confessa di non amare i cani.

Ma chi sono i proprietari di gatti e come si differenziano da quelli di cani?

E’ probabile che esistano delle sostanziali differenze tra chi sceglie di vivere con un cane e chi con i gatti e, naturalmente, la relazione che è possibile istaurare con un cane è, per alcuni aspetti, differente da quella che è possibile avere con un gatto.

Probabilmente alla base di queste differenze risiedono proprio le differenze tra le 2 specie in termini di socialità.

Il progenitore del gatto è un animale solitario e il gatto è oggi in grado di sviluppare la sua organizzazione sociale in funzione delle risorse fornite dall’uomo.

Il grado di aggregazione dipende direttamente dall’entità delle risorse disponibili, se le risorse sono in abbondanza allora la vita in gruppo è vantaggiosa ma se le risorse scarseggiano allora i gatti possono scegliere di separarsi.

Nel cane, come nell’uomo, la spinta alla socialità è “interna”, noi abbiamo bisogno degli altri per sopravvivere mentre nel gatto la spinta è “esterna”, relativa alle condizioni ambientali.

Questo rende i cani perennemente alla ricerca di interazioni sociali che, fosse per loro, potrebbero non esaurirsi mai e l’assenza di contatti con il proprio gruppo rende i cani estremamente infelici.

I gatti possono richiedere contatti ed attenzioni ma generalmente soddisfano il loro bisogno in modo abbastanza rapido e, in maniera ugualmente veloce, tornano ad appisolarsi nell’area più remota della casa.

In accordo con la “socialità” del “pet”, una ricerca ha dimostrato che i proprietari di cani sono più socievoli, più piacevoli e più coscienziosi (più seri nel seguire gli impegni presi) rispetto ai proprietari di gatti (Coren S, 2000).

I proprietari di gatti sono invece più neurotici, meno estroversi e meno convenzionali (interessati all’arte, avventurosi, curiosi, fantasiosi) (Gosling, 2010).

I proprietari dei gatti, più comunemente rispetto a quelli dei cani, vivono soli ed in appartamento, per la maggior parte sono donne mentre i proprietari di cani più frequentemente hanno famiglie e bambini (Coren S, 2000).

E’ probabile sintetizzare le differenze tra gattari e canari nel fatto che più di 2/3 dei proprietari di cani, se ne avesse la possibilità in termini di spazio e tempo, accetterebbe un gatto in regalo, la stessa percentuale di proprietari di gatti, pur avendone la possibilità, non accetterebbe un cane.

Coloro che posseggono entrambi gli animali tendono a somigliare ai proprietari dei soli cani.

 

Qualsiasi proprietario di animale domestico non avrebbe dubbi sul fatto di essere più felice grazie al proprio beniamino e un recente studio ha spiegato in modo scientifico quello che, per tutti i possessori di animali, era già assolutamente ovvio.

Ricerche precedenti avevano sottolineato i benefici sulla salute fisica del possedere un animale da compagnia come la diminuzione della pressione arteriosa (Allen, Shykoff & Izzo, 2001) o l’aumento del tempo di sopravvivenza in seguito ad infarto del miocardio (Friedmann & Thomas, 1995) o ancora la riduzione dell’incidenza di problemi depressivi (Clark Cline, 2010).

Sono talmente importanti per noi che la loro presenza o anche solo il poter raccontare o descrivere qualcosa di loro prima di affrontare un problema ci rende più ottimisti, più grintosi nell’affrontare il compito e meno incrini alla frustrazione in caso di fallimento (Zilcha-Mano S., et al, 2011).

Lo studio recentemente condotto presso il dipartimento di Psicologia del Manhattanville College de New York si è invece focalizzato sugli effetti psichici e mentali del possedere un animale da compagnia, ipotizzando che gli effetti positivi si traducessero in una maggiore soddisfazione per la vita in modo complessivo, e nel provare emozioni positive in maniera più frequente rispetto alle emozioni negative.

I partecipanti hanno dovuto compilare un questionario online comprendente domande sugli aspetti demografici e sulla propria personalità, con l’utilizzo di una serie di scale validate quali la “scala di felicità”, “soddisfazione per la vita” o “la regolazione delle emozioni”.

I risultati sono nettamente a favore dei cani ma emerge, però, un dato chiaro: chi ha un animale da compagnia, indipendentemente dalla specie, prova un maggior numero di emozioni positive ed è in generale più felice e più soddisfatto della propria vita (Jacobs Bao K., Scheer G, 2016).

Ovviamente possedere un animale da compagnia non comporta solo aspetti positivi ed è necessario fare i conti con i costi, l’impegno ed il dolore viscerale per la sua perdita ma la scienza ci aiuta a dirlo, vivere con un amico a 4 zampe ci allunga la vita e la rende più piacevole.

E così, come scrive John Swartzberg oltre a portare più vita al nostro cuore, cani e gatti certamente portano più cuore alla nostra vita.

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